The Bear, la serie TV da non perdere

The Bear, la serie TV da non perdere

The Bear: può la storia su un uomo distrutto che lavora in una paninoteca diventare una serie TV imperdibile? La risposta è “Sì, chef”.

Non so per voi, ma per me è piuttosto elettrizzante, che alla sua seconda stagione, The Bear sia inconfutabilmente lo spettacolo televisivo più sorprendente dell’anno, appassionante, ambizioso, divertente e devastante.

Ricordo un tempo in cui l’esistenza significava sopravvivere ogni giorno a una polveriera che esplode di stress e paura. Abbiamo risposto cercando conforto nella TV, ritirandoci in mondi utopici pieni di gentilezza e calore, dove ci è stato ricordato quanto potremmo essere più sereni cercando di dare valore alla connessione.

Quel periodo così stressante non si è mai veramente placato. Si è semplicemente trasformato in forme nuove e inquietanti, ma il modo in cui stiamo rispondendo questa volta, sia come pubblico amante della TV che come me, personalmente, sembra quello di cercare lo stress.

Accendere la TV può calmarci, come spiegare allora il bisogno, di guardare gli episodi di The Bear?

©Hulu

Lo spettacolo è l’equivalente di vari attacchi di panico che si verificano in rapida successione, per poi vedere quel tumulto riverberare dallo schermo e direttamente nel tuo corpo, dove il caos rimbomba finché non riesci a respirare. Eppure, trovo che guardarlo sia così rilassante!

A quanto pare, non sono l’unica a pensarla così. Da un puro punto di vista dei parametri, la stagione 2 di The Bear è il debutto di FX su Hulu più visto di sempre, con un aumento del 70% rispetto alla prima stagione.

Posso dire che questa non è la tipica serie che prenderebbe piede in questo modo o susciterebbe tutto questo livello di buzz.

Quando uno spettacolo esce dal nulla per diventare ciò di cui tutti parlano, o vanta un cast stellare come Big Little Lies o è scandaloso come Euphoria o sono costantemente meme come The White Lotus e Succession.

The Bear, tuttavia, non può essere catalogata. La serie segue un talentuoso chef, Carmy (Jeremy Allen White), che torna a casa a Chicago per gestire la paninoteca del fratello dopo la sua morte. Nella seconda stagione, Carmy collabora con lo chef Sydney (Ayo Edebiri), la sorella Natalie (Abby Elliott) e il “cugino” Richie (Ebon Moss-Bachrach) per riaprire il negozio come un ristorante raffinato e di alto livello.

La cosa straordinaria di The Bear è che, a differenza della maggior parte degli altri successi, in ogni puntata sembra di guardare uno spettacolo completamente diverso e un genere completamente nuovo.

©Hulu

Ci sono momenti in cui le scene di un certo episodio si svolgono come un balletto, così abilmente coreografate, agili e aggraziate che sei trasportato in quel luogo pieno di sentimento che non sembra far parte di questo mondo.

Altre volte, guardando il caos assoluto, ti senti come se qualcuno fosse vicino a te mentre sbatte una teglia con un cucchiaio di metallo e una luce ti lampeggiasse sulla faccia.

Ti riporta immediatamente sulla Terra. Per quanto umani e adorabili possano essere alcuni momenti, c’è anche la tortuosa esperienza visiva di aver un disperato bisogno che queste persone finiscano una conversazione in modo coerente, senza 100 interruzioni, cinque discussioni secondarie, una telefonata in un orecchio e un soffitto che crolla sopra di loro.

©Hulu

È sorprendente come ogni episodio successivo, estremamente diverso dal precedente, ci illustra un’esperienza umana con cui tutti possiamo relazionarci, anche se le nostre famiglie o i luoghi di lavoro non sono così disfunzionali.

Lo stress di realizzare una passione, l’emozione di scoprirla, il dubbio se ne valga la pena: penso che queste siano cose che tutti, in una fase o nell’altra, sperimentiamo continuamente.

Un episodio come “Forks” il settimo della stagione, porta soprattutto a capire che il luogo in cui pensavi di esserti perso potrebbe anche essere dove trovi il tuo scopo.

The Bear offre tutti questi attributi emotivi e non vediamo l’ora che arrivi la 3° stagione.

1296 730 Sonia Venturelli
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